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Assisi: in piazza l'Italia che chiede di fermare la strage di Gaza
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"Portare la sede dell'Onu a Gerusalemme; costituire in ogni città un comitato per la pace in Medioriente; promuovere iniziative per dare un futuro ai bambini di Gaza; andare a Gerusalemme per riportare l'Europa ad occuparsi seriamente di ciò che sta accadendo". Sono le quattro proposte lanciate ieri da Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della Pace promotrice con numerose altre associazioni della manifestazione "Fermiamo la strage di Gaza!" che ha visto radunati ieri ad Assisi migliaia di cittadini provenienti da ogni parte d’Italia per chiedere ai responsabili della politica italiana e internazionale di fare quanto non è ancora stato fatto per fermare la strage in corso a Gaza.
"Questa manifestazione è un segno della coscienza dell'Italia che non si arrende alle bombe, al cinismo e all'indifferenza: in una settimana, centinaia di Comuni ed associazioni e di cittadini di questo paese, hanno sentito il dovere di alzare la voce, per chiedere all'Italia che faccia quello che ancora non ha fatto" - ha detto Lotti. "Le bombe si devono fermare subito e subito dopo l'Italia e l'Europa si devono mettere insieme all'Onu, per scrivere la parola fine, definitivamente fine, a questa tragedia". Lotti che ha proposto di "spostare l'Onu a Gerusalemme perchè è il modo più concreto, per dire a questi due popoli, dopo 60 anni di sangue, di tragedie e lutti, di sofferenze per i palestinesi ed israeliani e per tutti i popoli della regione, che è venuto veramente il tempo della pace. L'Onu, il mondo, si prende cura di assicurare la pace ad entrambi i popoli" - ha aggiunto.
La manifestazione era promossa dalla Tavola della pace e dal 'Coordinamento Nazionale Enti Locali per la pace e i diritti umani' e vi hanno hanno aderito oltre 600 associazioni tra cui Acli, Agesci, Arci, Articolo 21, Cisl, Cgil, Pax Christi, Libera, Legambiente, Associazione delle Ong italiane, Beati i Costruttori di pace, Emmaus Italia, Cnca, Gruppo Abele, Cipsi, Banca Etica, Focsiv e tanti altri a cui hanno partecipato più di 40 sindaci con fascia tricolore. L'evento intendeva denunciare anche "il vergognoso è il silenzio dell’Italia e del mondo" la "vergognosa inazione dei governi europei e del resto del mondo che dovevano impedire questa escalation di violenza". Un punto sottolineato durante il convegno che ha preceduto la marcia da Flavio Lotti che ribadito: "Facciamo appello alla coscienza personale dei leader politici del nostro Paese che ancora non hanno aperto bocca o che l'hanno fatto maldestramente, per tentare di fermare questa guerra". "Il punto - ha aggiunto - non sono più gli israeliani e i palestinesi. Il punto siamo noi, la comunità internazionale, il terzo che non c'é, cui le parti si affidino e si pieghino".
Una prima risposta è venuta dalla partecipazione di diversi politici nazionali tra i quali Massimo D'Alema, il segretario del Prc, Paolo Ferrero, la parlamentare del PD Marina Sereni, Livia Turco e Fausto Bertinotti. "In Italia c'è stata una campagna feroce di giustificazione della guerra e dei suoi eccessi" - ha affermato Massimo D'Alema dal palco del convegno. D'Alema ha criticato la posizione "ufficiale" assunta dall'Italia rispetto al conflitto a Gaza: "Mai come in questa circostanza la voce dell’Italia è stata distante dal sentimento degli italiani, a quel sentimento ha dato voce la Chiesa cattolica, contro il cinismo e la ferocia di una parte dell’Italia ufficiale. Non siamo noi ad essere isolati - ha denunciato D’Alema - ma lo è questa Italia cinica, reazionaria e ignorante". Nel suo breve intervento dal palco del centro congressi della Cittadella, l'ex presidente della Camera, Fausto Bertinotti ha invitato a fare "uno sforzo di ricostruzione di un grande movimento per la pace, per dare voce a chi nel paese vuole dire basta a questo massacro". "Si riapra la trattativa per fare due stati per due popoli - ha concluso Bertinotti - sono state sciupate e distrutte molte occasione. La tragedia che muove dalla Palestina può invadere tutto il mondo".
La presidente della Giunta Umbra, Maria Rita Lorenzetti ha ricordato che l'Umbria ha il coordinamento di tutte le regioni italiane per gli aiuti e la cooperazione in quella terra martoriata e ha aderito alla richiesta del Governo italiano, al ministro Frattini di far parte di un'unica forza tra governo, enti locali, regioni per gli aiuti umanitari e domani partirà il primo cargo del sistema Italia in quelle regioni. "Ma non basta - ha aggiunto- quella è la parte che occorre fare subito, il ''cessate il fuoco' serve subito ma cio' che occorre fare è intensificare il mettersi a disposizione di movimenti, associazioni istituzioni che in Israele come in Palestina credono a quella che è la cosa giusta da fare, due popoli-due stati, sicurezza per lo stato di Israele - ha concluso.
Per Andrea Olivero, presidente nazionale Acli la manifestazione ha inteso "dimostrare di essere concretamente dalla parte della pace, cioè essere un soggetto terzo rispetto ai contendenti". "Siamo qui anche per chiedere all'Italia - ha concluso - di fare la sua parte; noi vogliamo un Paese che s'impegni per chieder il cessate il fuoco a due paesi amici, Israele e Palestina e per offrire anche le proprie forze per una forza internazionale che vada poi a garantire il cessate il fuoco che è il primo passo per arrivare poi aduna trattativa vera di pace". Forte testimonianza da parte di mons. Bettazzi, già presidente di Pax Christi: "Sono qui per amicizia verso Israele, è un momento triste questa rappresaglia è orribile". E poi aggiunge: "Oggi è la giornata ebraico-cristiana. Agli amici d'Israele vorrei dire: siate coerenti con la Bibbia, quando invita a rispettare gli altri, gli estranei, "perché siete stati oppressi in Egitto". Non vorrei che un giorno si dica che sono stati superati i nazisti, che per uno dei loro ne uccidevano dieci e tu ne uccidi cento!".
All'assemblea che si è protratta per tutta la mattinata, è seguito un corteo diretto al piazzale antistante la Basilica di San Francesco dove è stato accolto dai religiosi del Sacro Convento e dal vescovo della città. Dal loggiato della Basilica, il vescovo di Assisi mons. Domenico Sorrentino, esprimendo vicinanza alle popolazioni in guerra, "tutte le guerre, anche a quelle dimenticate" - ha ricordato il "naufragio della politica" ed ha auspicato che "il diritto non sia sprezzato e conculcato dalle logiche fanatiche e provocatorie del terrore, da una parte, e dalla reazione sproporzionata del potere delle armi, dall'altra". "E' necessario - ha concluso trovare un 'terzo' che si faccia carico di aiutare i contendenti a ritrovare la via della pace". [GB]